Page 13 - n5_settembre2020_IGP

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giorno mi hanno detto che non potevo più andare a scuola... inizialmente
Già da un paio di mesi, come sempre, stavo riflettendo su dove ero contento, ma dopo ho iniziato a sentire la mancanza dei miei compagni
festeggiare il compleanno, se a casa mia o al campetto della società e delle mie professoresse. Ho imparato a sentirli e a vederli attraverso uno
sportiva. Alla fine decisi con i miei genitori di organizzarlo al campetto, schermo, ma poi non è stato più entusiasmante perché mi mancavano.
ma una settimana prima del mio compleanno la pandemia del corona Improvvisamente non potevo più giocare a pallone per strada e non potevo
virus si aggravò notevolmente ed il governo impose la quarantena vedere le mie zie, dovevo stare chiuso dentro casa e lavarmi spesso le
per evitare l'espansione del virus. Questo voleva dire, tra l'altro, che mani per tanto tempo e questo mi ha reso molto triste perché allo stesso
non si poteva uscire di casa se non in casi di estrema necessità. I tempo mi sentivo spaventato. Ho capito l'importanza dei medici e infermieri
primi giorni non mi preoccupai tanto, anzi in cuor mio ero anche un attraverso la televisione e non immaginavo che ci fosse così tanto lavoro
pochino contento! Pensavo fosse una cosa che sarebbe durata poco, e così tante morti per colpa di questo brutto virus. Ho imparato ad usare
quindi appena finita avrei potuto festeggiare il mio compleanno come il computer e a riuscire a fare i compiti online: per fortuna, oltre alla mia
volevo, anche se in ritardo. Nei giorni seguenti, invece, la situazione si mamma, ho anche delle professoresse che ci hanno spiegato tante cose e
fece sempre più grave, i casi aumentavano così come i morti, il virus ci manifestano ogni giorno il loro affetto, cercando di non farci sentire soli.
si espandeva in tutto il mondo e da quello che vedevo e sentivo in TV Non so quando finirà tutto questo, ma spero al più presto perché non voglio
capii che non era fattibile festeggiare il mio compleanno come avrei ammalarmi e vorrei riabbracciare presto tutti quanti.
voluto, neanche più avanti. Decisi quindi di festeggiare il compleanno
in casa con i miei genitori ed i miei nonni materni, perché le regole Daniel Cadeddu, Villamassargia.
non erano ancora così restrittive tanto da non far venire dei parenti a
casa propria. Quindi, anche se con un po' di timore, facemmo venire i Con il corona virus la mia vita è diversa. Sto in casa tutto il giorno, soprattutto a fare
nonni a casa e ci mangiammo la pizza e la torta. Fu uno dei compleanni i compiti. Quando sono libero gioco con il mio gatto, con mio fratello, con la lego e
più brutti ma soprattutto strani della mia vita. Speriamo che rimanga alla Play Station a turno. Nella casa dove ci siamo trasferiti infatti purtroppo non
l'unico e che dal prossimo anno si possa vivere tranquillamente e c’è un giardino. C’è solo uno spazio per usare lo wavebord e lo skate o la palla. Con
festeggiare i compleanni come ci piace! mia mamma di sera guardiamo dei film o giochiamo a basket perché ho costruito
un canestro con un cestino e una fune legata al soppalco. Mi è venuto in mente
Elia Scanu, Villamassargia. perché mia nonna ci passa le polpette da sotto il nostro balcone con quel cestino
e siccome volevo saltare con il basket è più bello. Abbiamo una pallina di gomma
piuma arancione così non rompiamo nulla a casa. Con mia mamma e mio fratello
facciamo i tornei ma vinco quasi sempre io. L’unica cosa bella del corona virus è
che mia mamma lavora o di mattina o di sera e quindi mi aiuta a fare i compiti e
stiamo di più insieme. Mi mancano molto il calcio e i miei amici, ma anche fare le
passeggiate in campagna. Ho paura che non ci faranno andare al mare e quindi io e
mio fratello abbiamo chiesto a mia mamma di comprarci una piscina gonfiabile per
giocare con l’acqua, tanto in questa casa c’è il pozzo e non sprechiamo l’acqua. Non
vedo l’ora che passi questo brutto periodo perché d’estate vorrei anche andare in
piazza a giocare o a usare lo wavebord con i miei amici. Io però non sono come mio
fratello che ha paura del virus perché non ci penso tanto come lui.
Emanuele Vergani, Villamassargia.

Il giorno in cui ci dissero che non saremo potuti andare a scuola era il 4 marzo, da qui è partito tutto. Inizialmente pensavo che stare a casa sarebbe stato bello e divertente,
che avrei potuto fare ciò che volevo, sarebbe stato un po’ come stare in vacanza, ma mi sbagliavo. Quando ho iniziato a vedere i TG e capire quello che stava accadendo, ho
cominciato ad avere paura. Quello che mi ha sconvolto di più è stato vedere la fila dei camion militari che portavano via le bare delle persone. Nei cimiteri non c'era più spazio, non
sapevano dove seppellire le persone. Non dimenticherò mai quella scena, ho avuto paura per la mia famiglia: se fosse capitato a noi, come avrei fatto? Tutto questo è qualcosa di
veramente brutto. Per fortuna qui in Sardegna la situazione non è così grave come in Lombardia e speriamo che tutto possa risolversi per ritornare ad essere felici come prima
e riprendere la scuola! Mi mancano tanto i miei compagni e gli insegnanti.
Aurora Trastu, Villamassargia.

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